ISPER HR Review
Settimanale sul mondo HR
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ISSN 3035-4420 - ISPER HR Review
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L’articolo 5 del decreto internazionalizzazione ha reso più difficile il rientro in Italia dei lavoratori operanti all’estero, aumentandone i requisiti temporali di permanenza all’estero.
Recentemente, l’Agenzia delle entrate ha cercato di chiarire l’articolo 5 del citato decreto legislativo rispondendo ad un quesito posto da un lavoratore, operante in Francia, che intende rientrare in Italia.
La Corte di Cassazione prosegue, seppure con qualche sottile contraddizione, a dare seguito al suo recente orientamento per cui una conciliazione sindacale avvenuta nei locali della sede aziendale non gode dei requisiti di validità ed efficacia, attesa la carenza del requisito della c.d. “sede protetta”.
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Ogni organizzazione vive momenti chiave che segnano il suo sviluppo e il futuro delle persone che ne fanno parte.
Due di questi momenti, l’ingresso di un nuovo assunto e il passaggio di un dipendente a un ruolo di supervisione, sono tra i più delicati e cruciali.
Per gestire al meglio questi momenti è necessario un vero e proprio percorso di crescita, che richiede strategie mirate, formazione continua e supporto adeguato.
Solo così è possibile trasformare queste fasi in opportunità per il singolo e per l’intera azienda.
Il diritto del lavoratore di astenersi dall'attività lavorativa in occasione delle festività infrasettimanali è un diritto soggettivo e secondo la giurisprudenza “è pieno con carattere generale”.
Ciò implica che tale diritto non è derogabile dal datore di lavoro, potendosi rinunciare al riposo nelle festività infrasettimanali “solo in forza di un accordo tra il datore di lavoro e il lavoratore e non già in virtù di una scelta unilaterale (ancorché motivata da esigenze produttive) proveniente dal primo”.
Fino a quale limite è consentita l’insubordinazione del lavoratore rispetto a colleghi e superiori?
Una nuova risposta è stata fornita dalla Suprema Corte di Cassazione, con la recente pronuncia n. 6398/2025, del 10 marzo 2025.