ISPER HR Review
Settimanale sul mondo HR
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La riduzione dell’orario di lavoro (ROL) è un istituto disciplinato dai singoli contratti collettivi di categoria che consente al lavoratore, previa richiesta al proprio datore di lavoro, di astenersi dalla prestazione lavorativa senza vedersi ridotta la retribuzione.
Le ore di riduzione di orario di lavoro sono, infatti, retribuite, con la corresponsione della quota oraria della normale retribuzione.
Laddove il lavoratore non fruisca dei ROL annualmente maturati, la contrattazione collettiva è solita prevedere la monetizzazione del monte ore residuo mediante la corresponsione di un’indennità sostitutiva che avrà come base di calcolo la retribuzione in vigore al momento dell’erogazione.
HR è stata una funzione deputata ad amministrare e servire quel mondo di “cose” che in qualche modo avevano a che fare con le persone, in modo più o meno sofisticato, più o meno qualificato, ma con una forte imprinting diremmo “verticale”, di pratiche e saperi che le organizzazioni usavano alla meglio o subivano alla peggio come un male necessario. In realtà l’accelerazione di fenomeni esterni alla dinamica funzionale ha negli ultimi anni e decenni scosso profondamente questo impianto.
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L'articolo esamina le evoluzioni normative legate all'articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori in Italia, focalizzandosi sulla regolamentazione del controllo a distanza dei lavoratori e l'adeguamento alla tecnologia.
Mette in luce la nuova disposizione che consente il controllo sugli strumenti di lavoro, a condizione che il lavoratore sia informato adeguatamente e che le informazioni raccolte siano utilizzabili in relazione al rapporto di lavoro, rispettando i principi di proporzionalità e legalità.
In questo momento storico il parlare di produttività affascina le organizzazioni, consapevoli che si tratta di un elemento cruciale nella vita delle aziende e non solo.
La produttività, che non è necessariamente delle aziende profit, ma anche delle no profit e delle organizzazioni istituzionali (in quanto tutte hanno obiettivi da raggiungere), rappresenta un tema vasto che racchiude anche molti profili sia di quella che si definisce faccia soft delle risorse umane, ad esempio quello dell’appartenenza, sia di quella hard.
Il lavoro culturale copre un’ampia gamma di attività industriali e non industriali.
In Italia, come negli altri Paesi, è evidente la trasversalità del lavoro culturale rispetto ai settori di attività economica nel quale esso si esercita.
In questi ultimi anni il mercato del lavoro culturale è stato sottoposto a significativi cambiamenti in ragione delle trasformazioni socio-economiche in atto.
Sono comunque indiscussi i vantaggi economici che il patrimonio culturale apporta al mercato del lavoro, in termini di occupazione, e agli enti pubblici e alle aziende sotto il profilo della crescita. Particolarmente rilevanti, per le opportunità di impiego che offrono ai lavoratori culturali, sono il comparto del turismo e dell’intrattenimento, insieme a quelli dell’istruzione e dell’educazione…