ISPER HR Review
Settimanale sul mondo HR
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ISSN 3035-4420 - ISPER HR Review [Sitoweb in aggiornamento settimanale]
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L’Agenzia delle Entrate ha recentemente risposto ad un interpello relativo all’assoggettamento fiscale della NASpI.
L’Agenzia ha chiarito che l'indennità di disoccupazione NASpI non rientra nel regime fiscale agevolato per i lavoratori impatriati e per questo motivo le somme percepite a titolo di NASpI debbano essere tassate in maniera ordinaria.
Nel corso di questi ultimi anni, il Legislatore ha rivolto la propria attenzione nei confronti di quelle risorse umane altamente qualificate, che hanno lasciato il nostro Paese per emigrare all'estero.
Il primo provvedimento è stato attuato nel 2003, rivolto unicamente ai “ricercatori”; poi con norme successive sono stati introdotti anche i “docenti”.
In questo articolo, vogliamo riprendere in modo sintetico le attuali disposizioni che disciplinano il rimpatrio di queste figure professionali.
L’articolo 5 del decreto internazionalizzazione ha reso più difficile il rientro in Italia dei lavoratori operanti all’estero, aumentandone i requisiti temporali di permanenza all’estero.
Recentemente, l’Agenzia delle entrate ha cercato di chiarire l’articolo 5 del citato decreto legislativo rispondendo ad un quesito posto da un lavoratore, operante in Francia, che intende rientrare in Italia.
Con la circolare emanata dall’Agenzia delle Entrate n. 20/E del 4/11/2024, sono state fornite le istruzioni operative agli uffici in materia di residenza fiscale delle persone fisiche e delle società ed enti a seguito delle modifiche apportate dal decreto legislativo 27 dicembre 2023, n. 209.
Nello specifico l’articolo 2 della citata prassi, evidenzia la nuova definizione di residenza fiscale delle persone fisiche.
La nostra epoca è caratterizzata da una mobilità lavorativa transnazionale che interessa sempre di più tutti i settori e tutte le attività lavorative.
Un freno a questo fenomeno di migrazione tecnologica, è sempre stato originato dal timore della perdita di benefici legati alla sicurezza sociale acquisiti dai lavoratori nel Paese di origine, soprattutto se questa migrazione interessa lavoratori provenienti da aree particolarmente evolute nell’ambito dell’assistenza e previdenza sociale.
Per questo motivo si è reso necessario disciplinare ed omogeneizzare sia sul piano giuridico che su quello previdenziale le diverse legislazioni sociali dei Paesi interessati a questi fenomeni migratori.