ISPER HR Review
Settimanale sul mondo HR
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ISSN 3035-4420 - ISPER HR Review [Sitoweb in aggiornamento settimanale]
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A fianco delle numerose opportunità e dei cambiamenti positivi che hanno accompagnato la diffusione delle nuove tecnologie digitali, sono emerse tuttavia anche alcune criticità. Una di queste è il cosiddetto “stress digitale”. Tradizionalmente, con il termine stress si indica quella situazione in cui …
Leggi tuttoPerché “il lavoro – sostiene l’autore – non può essere il fine ultimo della nostra esistenza, ma un mezzo attraverso il quale rispondere alle necessità della vita, essere di supporto agli altri e possibilmente cambiando in positivo, trasformando e migliorando gli spazi organizzati di chi sta intorno a noi”…
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Gli Scenari, nati come repertorio una tantum di poche autorevoli previsioni random sulle Risorse Umane a venire, nel tempo si sono strutturati in variabili ben definite e, con la loro ripetitività, hanno aggiunto una visione dinamica passato-futuro.
Questo articolo propone una sintesi dell’ultimo, il ventinovesimo, appena pubblicato.
Questo libro - l’Handbook of Psychological Assessment - ha una lunga e importante storia che risale alla sua prima edizione pubblicata nel 1984 da Michel Hersen. Seguirono poi altre due edizioni, nel 1990 e nel 1999, fino a giungere a questa, la quarta, frutto della cura di tre curatori e trentanove autori.
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Siamo ormai nella “Società della conoscenza”, quella in cui non è tanto la possibilità di creare idee nuove che ci contraddistingue, ma la possibilità di creare dei link tra idee preesistenti. Le donne, in questo hanno maggiori potenzialità di espressione, perché hanno sempre dovuto negoziare spazi di autonomia orizzontale in organizzazioni fortemente gerarchiche.
Viviamo nella società del cambiamento e la rete (sia intesa come web che come rete di conoscenze) è il driver più importante: una risorsa monetizzabile e da valorizzare.
Occorre, allora, ridisegnare la mappa delle competenze che ci servono per crescere.
Non possiamo più vederci come profili professionali verticali e immutabili, ma dobbiamo riprogettarci come “fettine di competenze” orizzontali modulari, che possono essere mescolate e ricomposte a seconda delle esigenze che il cambiamento e la società richiedono.