Area
Cultura delle Risorse Umane

Topic
Cambiamento

Rossella Cardinale

N° 16

5 maggio 2020

Visualizzazioni 876

Non era nei miei piani
Strumenti Narrativi per affrontare il Cambiamento

Sintesi del WebAperitivo con Rossella Cardinale e Sara Loffredi

A cosa serve la narrazione, in un momento di grande cambiamento?

Innanzitutto a modificare la visione: da emergenziale, con un orizzonte limitato, a progettuale, che traccia una via da seguire.

Ma come?

Raccontare significa prendere posizione sul corso degli eventi passati, dice Zygmunt Bauman, e ogni vita, per diventare lezione, deve essere prima trasformata in storia.

Costruire narrazioni permette dunque di guardare più in là: è uno dei modi più efficaci che l’uomo conosca per strutturare il proprio pensiero e modificare la percezione del mondo e di quello che sta accadendo.

Il cambiamento è insito nella natura: quello che non si modifica, che non evolve, inizia già a morire.

Recuperare la propria storia – personale, professionale, del singolo o dell’organizzazione – permette di selezionare dei punti chiave che si trasformano, da singoli accadimenti, in un percorso di senso, che ha per sua natura una direzione: ecco che dal nulla appare una strada.

Sono i momenti di svolta – non necessariamente desiderata – che più di ogni altro trasformano il soggetto in un autore che padroneggia la sua storia, di cui è voce e protagonista al tempo stesso.

Narrare consapevolmente permette di strutturare l’identità individuale o di gruppo, consente di mantenere la memoria, garantendo continuità alle esperienze e capitalizzando gli insegnamenti, offre la possibilità di proiettarsi verso il futuro.

Il viaggio dell’eroe è uno dei modelli archetipici che utilizza la narrazione e, se ci immergiamo nel suo linguaggio metaforico, ci mostra come elaborare gli accadimenti inaspettati per utilizzarli ai fini della nostra evoluzione e, riprendendo le parole di Dara Marks, per entrare in un mondo più vasto, fatto di infinite possibilità.

Dal punto di vista delle organizzazioni il modo in cui l’organizzazione racconta sé stessa è frutto della cultura organizzativa, quell’insieme di forze potenti e spesso inconsce, che codificano i valori e gli schemi di pensiero che determinano il comportamento individuale e collettivo.

D’altra parte, saper ascoltare ”le voci di dentro” dell’organizzazione può aiutare i singoli elementi che la compongono a divenire parte consapevole dei processi di cambiamento, a veicolare nuove visioni o, comunque, a collaborare con l’inevitabile.

Sara Loffredi è PERFormatrice del Progetto Connessioni - Team Human Risorse per evolvere.
È nata a Milano nel 1978. Ha lavorato per tredici anni come editor in Giuffrè Francis Lefebvre - storica casa editrice giuridica - ma, forse per stemperare l’entusiasmo provocato dalla frequentazione quotidiana del diritto, ha sempre scritto.

WebAperitivo"Non Era Nei Miei Piani - Strumenti Narrativi per affrontare il Cambiamento" 29 aprile 2020 - Uno dei servizi di Human Risorse per evolvere

Progetto CONNESSIONI
Metalinguaggi per la formazione manageriale femminile

Direttrice Scientifica Rossella Cardinale

Scopri il progetto su www.human-academy.eu/Connessioni

Viviamo nell’epoca delle connessioni, del fare rete, della simbologia immaginale. Il nostro cervello funziona per connessioni. La società della Conoscenza si alimenta di connessioni. Le donne sono molto brave in questo, perché naturalmente portate a contaminare, a riutilizzare, a integrare il pensiero.

Per affrontare la formazione manageriale con una logica evolutiva e realmente proiettata al futuro, occorre allora dotarsi di strumenti trasversali che ci consentano di aprire la mente a nuovi mondi, ma anche attivare quella gender sensivity che consente, in ogni contesto, di includere, diversificare e quindi rendere poliedrica la visione del sistema.

È quello che si dice mind-set digitale, ovvero quella flessibilità mentale che faccia da ponte all’uso di diversi linguaggi nel mondo manageriale. Pensiamo al valore della narrazione letteraria per lo story telling, all’utilizzo delle metodologie digitali per affrontare e risolvere in modo agile i progetti, al tema del corpo e del cibo come vincolo e come rischio identitario, alla simbologia dell’arte come veicolo di creatività e di attivazione di processi innovativi, all’educazione finanziaria come risorsa per la gestione dei capitali economici.

Affrontare tutte queste visioni, traducendo in competenze trasversali gli output che ci vengono forniti, significa attivare un nuovo paradigma in cui possiamo realmente essere tutti connessi.