1965 - 2020: in cinque puntate
55 anni di storia della Direzione del Personale e dell'ISPER - IV
Quarta parte
2006 - 2010
I SECONDI 40 anni
Nel 2006 si aprono per l'ISPER i secondi quarant'anni. Come saranno?
Entro il 2020 l'Europa perderà davvero dieci milioni di posti di lavoro e l'occupazione raggiungerà i valori del 2008, come avverte il Cedefop, e davvero le professioni più ricercate saranno legate ai nuovi strumenti tecnologici: (architetti digitali, designer di avatar, creatori di videogiochi, progettisti di androidi manutentori) come prevede The Guardian?
Davvero nel 2030 il 60% del Pil mondiale sarà prodotto dai paesi emergenti (Ocse) in particolare da due civiltà di cinquemila anni che già nel '700 cumulavano metà della ricchezza del mondo?
E come saremo? Più intelligenti? ("Nel 2025 le tecnologie informatiche saranno un miliardo di volte più potenti e centomila volte più miniaturizzate e nel 2045 i nostri cervelli aumenteranno la loro capacità di pensiero di un miliardo di volte"). E vecchissimi? ("Grazie al fatto che gli esseri umani si fonderanno con la tecnologia e diventeranno un ibrido di intelligenza biologica e non biologica, potranno vivere fino a 700 anni"). Futurologie? No, ipotesi contenute nel libro cult la Singolarità è vicina, di Raymond Kurzweil, uno scienziato che è stato un bimbo prodigio, ha creato aziende di successo, ha ricevuto premi prestigiosi da tre presidenti e, per Bill Gates, è il migliore al mondo nel predire l'evoluzione dell'intelligenza artificiale.
I dati del futuro appena trascorso (2006 - 2010) sono tutt'altro che rassicuranti: una crisi devastante, annunciata nel 2007 dai primi scricchiolii: la banca francese Bnp che deve chiudere alcuni suoi fondi di investimento specializzati in crediti immobiliari ad alto rischio improvvisamente insolventi. Esplosa poi in tre anni di crac. Con tutti gli squilibri di un modello di sviluppo trentennale che vengono al pettine: neoliberismo acritico, tirannia della finanza sulla produzione, globalizzazione senza regole, crescenti disuguaglianze, sociali, demografiche, etniche.
LA STORIA DELL'ISPER...
2006 - 2010
DALLE RISORSE UMANE ALLE PERSONE
Sono anni in cui l'innovazione in materia di Direzione del Personale è scarsissima.
Nell'ambito dell'Organizzazione e Sviluppo del Personale "nulla di nuovo sotto il sole".
Qualche timido cenno di innovazione in materia Sindacale.
Chi è costretta a continui "inseguimenti" è l'Amministrazione del Personale che si trova di fronte a una valanga continua di nuove norme, spesso molto confuse, ma pur sempre da applicare.
Tant'è che per la prima volta quella che era un'area in continuo "dimagrimento" riprende peso in termini di risorse impegnate.
ISPER continua a seguire con grande attenzione queste tematiche organizzando ogni anno 5-6 convegni di aggiornamento, oltre a corsi di approfondimento e specializzazione, ampliando il servizio di pareri telefonici, offrendo strumenti e software di supporto.
Ma è grazie all'impetuoso sviluppo del web che ISPER sviluppa un Portale per gli Abbonati in cui ogni persona che opera nella Funzione Personale può scegliere in modo autonomo e mirato strumenti che supportano nella crescita personale e professionale, spostando così l'attenzione dalle Risorse Umane alle "Persone".
Con migliaia di accessi annuali e decine di migliaia di scaricamenti di strumenti il portale diventa un punto di riferimento professionale per gli Abbonati.
...E QUELLA DELLA DIREZIONE DEL PERSONALE
1996 - 2000
LA CRISI DELLA GLOBALIZZAZIONE
La crisi deflagra su un mondo non più unipolare, insieme iperconnesso e frammentato, tale da agevolare i contagi e vanificare difese e rimedi.
E su un'Italia la cui arretratezza è sì un riparo (le banche) ma anche un detonatore di tutte le "compresenti diversità", di tutte le "rincorse" fallite, di tutte le scelte non fatte.
Con un apparato produttivo sempre più polverizzato (il 90% delle aziende ha meno di 10 dipendenti; il personale di quelle medio-piccole è passato, negli ultimi 15 anni, dal 52% al 71% della forza lavoro occupata); aziende dove l'innovazione è un lusso, la contrattazione una chimera, le risorse umane invariantemente centrali nei proclami e marginali nei fatti.
Così come le Direzioni del Personale, che ritenevamo finalmente chiamate ad un ruolo direzionale effettivo e che abbiamo scoperto forzate dalla crisi a ridiventare soprattutto "guardiani di costi".
O addirittura "inesistenti nell'80% delle 18.000 aziende che hanno almeno un dirigente" (Federmanager 2008). In un'Italia "arretrata di 4 anni quanto a Pil e di 8 quanto a produzione" (Centro Studi Confindustria 2009) e "di 10 quanto a occupazione" (Prometeia 2011).
Che, forse, anche per un sempre meno impossibile effetto Marchionne (il "potere" riconsegnato alla linea) ci costringerà ad arretrare ancor di più, magari fino agli anni '60, pre-Statuto dei Lavoratori.
Dunque, un avvio dei secondi quarant'anni che sembra replicare quello dei primi?
Una sfida, come allora. Più di allora, in un paese invecchiato, senza le speranze di allora e con risorse umane ben più critiche, in tutti i sensi.