Area
Cultura delle Risorse Umane

Topic
Cambiamento

Elisabetta Crolla Gianolio

N° 107

2 marzo 2022

Visualizzazioni 841

Il manuale delle Risorse Umane
Scritto da manager per futuri manager

Ernesto D’Amato (a cura di)

IL MANUALE DELLE RISORSE UMANE
Scritto da manager per futuri manager

Guerini Next 2021, pagg. 360, euro 28,00

Il testo si fonda sulle esperienze di chi gestisce la Funzione Risorse Umane, sulle soluzioni e sulle strategie poste in essere da chi quotidianamente è chiamato ad affrontare problematiche organizzative reali e a sostenere e promuovere innovazioni.

Vincere la sfida economica e sociale del futuro innovando significa cambiare i sistemi di produzione ma anche modificare e sperimentare radicalmente la gestione delle relazioni in azienda, offrendo ai propri collaboratori occasioni per sviluppare processi creativi nuovi, andando oltre il concetto di ufficio e di orari di lavoro, con attenzione alla valutazione dei risultati e allo smart working.

Il lavoro come lo abbiamo concepito nel passato non esiste più.

Le tecnologie della comunicazione e dell’informazione hanno radicalmente trasformato l’ambiente in cui viviamo, operiamo e intratteniamo relazioni e la pandemia ha solo accelerato un processo che era già in atto.

Parallelamente nascono nuove mansioni che richiedono professionalità e competenze diverse da quelle offerte da un sistema scolastico che fatica ad adeguarsi al cambiamento della società.

In Italia, infatti, la distanza tra la scuola e il lavoro è troppo elevata, e la precarietà ha spesso alla base la scarsa competenza del lavoratore. In processi di questo tipo, che si evolvono continuamente, il manager delle Risorse Umane è una delle figure chiave del cambiamento.

È il leader che fa della cultura della responsabilità e del miglioramento continuo la sfida per guidare le persone, valorizzare i loro punti di forza, governare i processi più complessi, investendo sull’ascolto e la capacità di analizzare tutti i segnali dell’organizzazione, a cominciare da quelli che apparentemente sono valutati come deboli.

La Funzione HR ha via via assunto un ruolo sempre più centrale e strategico all’interno delle organizzazioni.

Dal mero controllo amministrativo e organizzativo della metà del secolo scorso, al ruolo di Direzione del Personale e delle Relazioni Sindacali negli anni Settanta, a quello di Direzione delle Risorse Umane nel corso degli anni Ottanta e Novanta, durante i quali si è cominciato a parlare di valorizzazione del capitale umano, fino a divenire un vero e proprio business partner, all’inizio del nuovo millennio, nell’ambito di un contesto economico ormai globale e sempre più competitivo.

In questo quadro, si profila il ruolo che la Funzione HR sta già assumendo in vista del futuro: occuparsi del benessere delle persone all’interno dell’organizzazione. Non più, quindi, business partner, ma people partner.

Nella convinzione che business e produttività non siano altro che conseguenze dirette e indirette del benessere di tutte le persone che fanno parte dell’azienda. Perché le persone che stanno bene riconosceranno nell’azienda un contesto microsociale inclusivo, in cui realizzarsi personalmente e professionalmente.

Il libro offre al lettore un ricco ventaglio di casi aziendali e best practices in ambito HR, attraverso le testimonianze di una trentina di manager delle più importanti organizzazioni, quali Bosch, Deloitte, Fondazione Telethon, Generali, Geox, Ikea, Indeed, Kpmg, Manpower Group, Mondo Convenienza, Policlinico Gemelli, Sanofi, Trenord, e molte altre realtà.

È articolato in quattro sezioni, corrispondenti ad altrettante macro-aree tematiche:

  • organizzazione aziendale;

  • i processi di gestione delle risorse umane, dalla talent attraction al people development;

  • il welfare aziendale e le politiche di benessere;

  • la disciplina del lavoro e le relazioni sindacali.

Una raccolta di esperienze sul campo, vere e proprie linee guida che potranno servire da bussola e da stimolo per i manager di oggi e di domani.

Da cui emerge che la Funzione HR, nella dimensione di leader del cambiamento, si troverà sempre più a dover affrontare importanti sfide su argomenti di grande portata socio-culturale, quali:

  • Coinvolgimento delle persone, vale a dire di tutti i dipendenti e i collaboratori nel business, nelle strategie e nei valori aziendali.

  • Valorizzazione del talento, con particolare attenzione alle nuove generazioni, a partire da quando i giovani sono ancora a scuola o all’università, stimolando innanzitutto il loro senso di interconnessione con il mondo del business. In tale ottica, ogni strategia di talent acquisition dovrebbe essere messa a punto anche attraverso operazioni di employer branding efficaci e coerenti con vision e mission aziendali, e con le sfide sociali e culturali del futuro, come l’ambiente, l’inclusione, l’innovazione.

  • Realizzazione del modello di organizzazione ideale. Che significa progettare l’azienda per la quale tutti vorrebbero lavorare. Un’azienda, dove il lavoro sia gratificante e le differenze individuali vengano valorizzate e non discriminate; dove esista il giusto work-life balance; dove le informazioni siano trasparenti; dove si perseguano obiettivi sfidanti e i valori siano coerenti con i reali bisogni delle persone; dove la logica dell’autocontrollo prevalga su quella del controllo. Utopia? Forse, ma è questo il modello a cui aspirare.

Recensione a cura di Elisabetta Crolla Gianolio


Tratto da "Panorama Risorse Umane" - Documentazione e notizie su Sviluppo e Gestione delle Persone - Uno dei servizi dell'Abbonamento ISPER

Foto: elaborazione su foto di klimkin da Pixabay
Frecce: elaborazione su foto di Veronica Bosley da Pixabay