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Cultura delle Risorse Umane

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Elisabetta Crolla Gianolio

N° 59

1 aprile 2021

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La trappola della tecnologia
Capitale, lavoro e potere nell'era dell'automazione

Carl Benedikt Frey

La Trappola della Tecnologia. Capitale, lavoro e potere nell'era dell'automazione

Franco Angeli 2020, pagg. 474, € 35,00. E-book, € 29,99

Secondo l’autore, il progresso tecnologico degli ultimi secoli ha modificato radicalmente la distribuzione del potere politico ed economico all'interno dei gruppi sociali.

La rivoluzione industriale ha creato ricchezza e prosperità senza precedenti, ma le conseguenze immediate si sono rivelate devastanti per ampie fasce della popolazione.

Queste tendenze riflettono a grandi linee quelle in corso nell'attuale era dell'automazione.

Nel pieno di una nuova rivoluzione tecnologica, gli insegnamenti del passato possono tornare utili per affrontare il presente in modo più incisivo e preparare così il terreno a un futuro migliore.

In quasi 500 pagine, il libro segue il percorso espansivo della tecnologia dall’agricoltura all’intelligenza artificiale, ma non è una storia della tecnologia, è piuttosto una storia dei lavoratori e dei rapporti buoni o conflittuali che hanno avuto con essa.

O, in altre parole, di quanto la tecnologia abbia contribuito nei secoli ad arricchirli o a impoverirli. L’idea che è alla base di questo libro è semplice: gli atteggiamenti nei confronti del progresso tecnologico sono determinati dal modo in cui questo incide sul reddito delle persone.

Gli economisti valutano il progresso in termini di tecnologie abilitanti, che creano nuove opportunità, e tecnologie che sostituiscono il lavoro umano.

È questa “la trappola della tecnologia” di cui parla l’autore. La diffusione di una qualsiasi tecnologia è una questione di scelta.

Se alcune persone corrono il rischio di perdere il lavoro, la sua adozione non sarà priva di contrasti.

Il progresso non è inevitabile e per alcuni non è nemmeno desiderabile.

Per quanto si tenda a darlo per scontato, non esiste una motivazione per favorire sempre lo sviluppo della tecnologia. Forse gli storici del futuro si chiederanno perché non siamo stati capaci di imparare dal passato. La storia dimostra che l’accettazione della tecnologia è subordinata alla possibilità di ottenere un tornaconto da parte di chi ne è interessato.

Le occasioni in cui il cambiamento tecnologico ha sottratto occupazione hanno sempre prodotto instabilità sociale e talvolta una reazione contro la stessa tecnologia. Riguardo a questo aspetto, l’epoca dell’automazione, che ha preso avvio con la rivoluzione informatica negli anni Ottanta del secolo scorso, presenta un’analogia con la rivoluzione industriale, quando la fabbrica meccanizzata andava sostituendo in modo sostanziale gli artigiani del ceto medio.

Oggi come allora, infatti, i lavori a medio reddito sono stati sostituiti dalle macchine, costringendo molte persone ad accettare lavori meno remunerativi o a essere addirittura estromesse dal mercato del lavoro.

Frey ripercorre le grandi rivoluzioni tecnologiche degli ultimi secoli e ci fa capire perché la polarizzazione economica e politica nell’era dell’automazione non sia un destino ineluttabile.

Il libro si divide in cinque parti:

  • "La grande stagnazione", che riguarda il periodo pre-industriale in cui le innovazioni tecnologiche non ebbero la forza di cambiare il mercato del lavoro e la società;

  • "La grande divergenza", che prende in esame la prima rivoluzione industriale e i suoi effetti;

  • "Il grande livellamento", dalla produzione di massa alla prosperità di massa, con la meccanizzazione del lavoro e il rilevante aumento della ricchezza della classe media;

  • "La grande inversione", riguardante l'era del computer che è stata il capovolgimento della fase precedente;

  • "Il futuro", che delinea i possibili sviluppi di quanto è già visibile nella situazione attuale.

Recensione a cura di Elisabetta Crolla Gianolio

Tratto da "Panorama Risorse Umane" - Documentazione e notizie su Sviluppo e Gestione delle Persone - Uno dei servizi dell'Abbonamento ISPER