Area
Cultura delle Risorse Umane

Topic
Scenario

Franco Ferrero

N° 7

11 marzo 2020

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Il Basso Continuo
Scenario Risorse Umane 2020-2021

Gli Scenari

Nati come repertorio una tantum di poche autorevoli previsioni random sulle Risorse Umane a venire, nel tempo si sono strutturati in variabili ben definite e, con la loro ripetitività, hanno aggiunto una visione dinamica passato-futuro.

Annuali, sistematici nei Temi, multi-focus nelle Fonti; ormai consolidati quanto a:

  • Oggetto, lo stato delle Risorse Umane per il biennio a venire;
  • Finalità, offrire agli abbonati ai Servizi ISPER ed a quanti altri interessati occasioni di riflessioni e raffronti;
  • Metodo, un questionario a risposte pre-definite trasmesso, raccolto ed elaborato elettronicamente.

Il presente articolo propone una sintesi dell’ultimo, il ventinovesimo, appena pubblicato.

I 110 partecipanti sono distribuiti fra:

  • Operatori Aziendali: 72%
    (di cui Direttori del Personale 47%)
  • Università/Professioni/Sindacati 28%

Nello Scenario scorso le percentuali erano 62% e 38% (36% i Direttori del Personale); nell’ultimo decennio 60% e 40%: dunque, previsioni via via, più “dentro”, meno distaccate, più autoriferite.

La presentazione-riepilogo ne riassume in tre espressioni-chiave la rilevanza, le evidenze e l’essenza.

“Nel vasto Mondo Nuovo degli algoritmi e della contrazione del Lavoro - umano per definizione - dove l’Occidente è sempre più ai margini dell’economia (e della Storia) e l’Europa definitivamente fuori, le vicende del Sistema-Paese Italia sembrano davvero flebili “Rumori Fuori Scena.

E le sue Risorse Umane - con i loro racconti, Scenari compresi - quasi entità trascurate ed irrilevanti: una “Stabile Mediocrità”, secondo l’immagine-simbolo dello Scenario scorso.

Tuttavia presenti.

E reclamanti, quanto meno dagli addetti ai lavori, l’attenzione comunque dovuta alla loro “umana” indistruttibilità.

Una sorta di “Basso Continuo” che, tra quei Rumori, oppone all’invisibilità l’irriducibilità.

1 - Rumori Fuori Scena

Ne rappresentano la rilevanza. In effetti, nel vasto Mondo Nuovo, le Risorse Umane (e i loro Scenari) nel Sistema-Italia, l’Italia in Europa, l’Europa in Occidente e l’Occidente nel mondo sono “cose” marginali: Rumori fuori Scena.

Lo documentano le previsioni di crescita/decrescita delle principali economie:

Grafico

Dai dati risulta che il confronto fra l’Occidente (Europa più Nord-America) ed il resto del mondo, in particolare il Bric (Brasile più Russia più India più Cina) esteso all’ultimo quadriennio evoca l’ormai centenaria diagnosi di Spengler (1918-23): se non il “Tramonto” quantomeno il “Viale del…”.

Grafico

Un viale lungo il quale sembrano avviate anche le economie di Europa (3/57) ed Italia (1/57).

Il Sistema-Italia mostra le solite difficoltà socio-economiche e politico-istituzionali, ed una immutabile indifferenza verso le inadeguatezze culturali.

L’unica autentica priorità per le aziende sono i Costi. Il “resto è silenzio” o quasi: gli Investimenti sono statici, il Lavoro sembra uscito dai radar e le Risorse Umane “soffrono” in quantità (Occupazione) e qualità (Forza Lavoro).

La forbice fra chi prevede l’Occupazione in calo e chi no si apre in modo drammatico e coinvolge tutte le varianti, sia individuali (Professionalità, Età) che collettive (Aree, Comparti).

La Forza Lavoro che sembrava preparata e dinamica si è come involuta. In effetti, un Sistema-Paese con le caratteristiche di quello italiano non può che offrire una Forza Lavoro incerta, forse apatica, magari non inadeguata, ma certamente non troppo “definibile”.

2 - Una Stabile Mediocrità

È l’evidenza. Nella fortezza dell’occupazione si entra tardi (e spesso mai, o provvisoriamente); si invecchia tra scolarità non sempre “spendibili”, polarizzazioni rese inevitabili dal digitale e in ogni caso dentro organizzazioni soprattutto attente ai costi.

Dunque Risorse Umane che sono costi a prescindere, spesso anche poco o mal retribuite. Comprensibilmente poco motivate, fortemente auto-centrate e non troppo attente alle esigenze dell’organizzazione.

In loro, bisogni primari e autorealizzazione sostanzialmente si equivalgono.

Sono “adeguate”? Forse sì forse no. La cosa non sembra un problema, dal momento che meno del 10% delle Fonti ha risposto in merito…

La stessa noncuranza guida la loro gestione. Scelte che fanno poco riferimento a teorie, principi e strategie; più situazionali che pianificate, più convenzionali che innovative, malgrado l’allentarsi dei vincoli normativi e sindacali.

Una Gestione più “valorizzativa” è al contrario auspicata dai Gestori tecnico-funzionali, gli specialisti.

La Funzione in cui operano, la Direzione del Personale, è considerata uno snodo ed un collegamento organizzativo importante e sempre più partecipe delle strategie generali.

Gestori “avanti” rispetto ad una gestione “indietro”? Dunque costretti ad un interminabile adeguarsi? Oppure le previsioni sono anche un poco affette da una certa distorsione motivazionale?

Nel complesso, della “stabile mediocrità” che suggellava lo Scenario scorso, la stabilità è indubbiamente rimasta…

E la mediocrità?

Traspare da non poche dichiarazioni delle fonti.

“Diseconomie esterne”. “Fuga di giovani preparati, energici e motivati”. “Altro PIL che si dirige e sedimenta altrove, mentre noi si discute dello zero virgola”

E ancora:

“Si procede a vista”. “Altrimenti replicheremo il biennio nero 2012-2013”. “Desertificazione aziendale”. “Le priorità del mondo HR sono solo sulla carta”…

Neppure l’ultimo Rapporto Censis è confortante: il futuro è visto con ottimismo solo dal 13,8% degli italiani, con pessimismo dal 17,2% e con incertezza dal 69%; e, nei prossimi 5 anni, per il 26% degli italiani l’economia peggiorerà e per il 74% crescerà poco o nulla.

3 - Il Basso Continuo

Non tutto è così negativo: dati e dichiarazioni ugualmente presenti mostrano come consapevolezza e voglia di fare non siano totalmente scomparse:

“La situazione del nostro paese e dello scenario internazionale non ci consentono grandi auspici, ma sicuramente vanno raccolte queste sfide per poter cavalcare l'occasione che il momento ci offre”.

“Un paese che superi il localismo miope e il gretto provincialismo che hanno prevalso negli ultimi anni e che comprenda che la diversità, se ben gestita, può essere una grande ricchezza”.

E neppure fiducia e convinzione:

“Lavorare nella funzione Risorse Umane rappresenta una bella opportunità per essere protagonisti del cambiamento”.

Lo stesso Rapporto Censis assicura che “i segnali di contrapposizione ad un gioco e a un racconto al ribasso, di cui in fondo non ne possiamo più, sono ancora deboli. E non vale alcuna promessa per il domani, se non che, nella reazione al vortice della crisi e nell’avvio di nuovi e diversi processi di consolidamento dello sviluppo, il nostro popolo si sta aprendo alla speranza e, se così sarà, la storia gli lascerà strada”.

Da fuori scena le Risorse Umane sommessamente accompagnano

E, fra i rumori, pervicacemente ricordano “quanto meno dagli addetti ai lavori, l’attenzione comunque dovuta alla loro ‘umana’ indistruttibilità”.

Un “Basso Continuo” che è la ragion d’essere, l’essenza stessa degli Scenari.

P.S Il Documento originario con tabelle, grafici, osservazioni e dichiarazioni delle Fonti è disponibile nelle Edizioni ISPER n. 423, Febbraio 2020

P.P.S Il Documento e la ricerca che lo origina sono “ante virus”

Tratto da "Personale e Lavoro - Rivista di cultura delle Risorse Umane" n. 620 Marzo 2020 - Uno dei servizi dell'Abbonamento ISPER