Area
Cultura delle Risorse Umane

Topic
Motivazione

Andrea Lanza
Giuseppina Simone

N° 148

21 dicembre 2022

Visualizzazioni 577

Il cambiamento temporaneo nella composizione dei team le implicazioni per la gestione delle Risorse Umane

Introduzione

Il cambiamento temporaneo all’interno di un team, ossia, l’assenza provvisoria e imprevista di alcuni/e1 componenti, costituisce un fenomeno meno esplorato in letteratura, sia dal punto di vista concettuale e sia dal punto di vista empirico.

Tuttavia, sebbene in alcuni casi esso possa essere fisiologico (si pensi ad esempio, ad una orchestra, ad una equipe chirurgica, alla crew che supporta la produzione di un film - Hackman e Pisano, 2006; Ferriani, Cattani e Baden-Fuller, 2009) e, anche, addirittura benefico per ciò che concerne la creatività e l’innovazione, nondimeno, una variazione nella composizione di un team è probabile che influenzi negativamente le routine organizzative.

In tal senso, esso richiede, pertanto, una gestione adeguata, al fine di non esporre il team ad una performance negativa.

Ciò è ancora più rilevante se osservato alla luce di eventi drammatici e recenti quali: lo scoppio e la persistenza della pandemia da Covid-19; il fenomeno delle dimissioni massive noto come Great Resignation; e, infine, lo shock energetico che sta colpendo molti paesi europei, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.

Si tratta di accadimenti epocali che hanno reso, tuttavia, ancora più urgente la disamina del cambiamento temporaneo e imprevisto nella composizione dei team. Vediamo insieme perché.

Il primo evento ha obbligato un numero enorme e imprecisato di organizzazioni e interi settori, su scala globale, a sospendere improvvisamente le proprie attività con conseguenze che ancora si registrano rispetto al ritorno alla “normale” vita organizzativa di prima della pandemia (Torre, 2022).

E, a tale riguardo, il ricorso allo smart-working e al lavoro agile se da un lato può avere avuto un effetto positivo in termini sanitari e di benessere personale, dall’altro potrebbe avere in futuro ripercussioni non positive per quanto attiene alla shared-experience e alla fluidità dei processi organizzativi.

Il secondo evento, la Great Resignation, costituisce un fenomeno che ha sorpreso tutti gli osservatori interessati, dagli studiosi di organizzazione del lavoro ai responsabili aziendali fino alle società di intermediazione e collocazione di capitale umano, poiché una tale massa di dimissioni volontarie (una proiezione di circa 5 milioni negli USA per il 20222 e oltre un milione nel primo semestre del 2022 in Italia3) in gran parte da posizioni con contratto a tempo indeterminato, non si era mai registrata prima e, sicuramente, non in Italia.

Tale fenomeno ha comportato uno shortage di risorse umane formate a cui tante imprese in svariati settori stanno tuttora facendo molta fatica a fare fronte e il cui riflesso si coglie nelle difficoltà a consegnare commesse industriali, a dare seguito a flussi di ordinativi commerciali e ad erogare con l’adeguata qualità servizi basilari quali la ristorazione e l’alberghiero.

Infine, il terzo evento, ossia lo shock energetico conseguente all’invasione russa dell’Ucraina, ha comportato costi insostenibili - in Italia in modo particolare, data la notoria penuria di risorse in tale comparto che affligge da sempre il nostro paese - per tantissime piccole e medie imprese (in particolare quelle energivore, ma non solo) che si trovano costrette ad alterare e/o interrompere i cicli di produzione, o ricollocarli (quando ciò è possibile) in fasce orarie meno onerose, ma più complesse quanto ad organizzazione del lavoro.

Naturalmente, in questa sede si auspica che il combinato disposto di tali eventi non sfoci, nel corso del 2023, nella tempesta perfetta di una recessione nel nostro paese e per l’economia globale e che non si venga, quindi, a vanificare quanto di positivo si era registrato negli ultimi diciotto mesi sul fronte della crescita e dell’occupazione.

In ogni caso, pare ugualmente rilevante esaminare più da vicino quali siano le conseguenze di un cambiamento temporaneo, inatteso e indesiderato, nella composizione di un team, per poi analizzare le implicazioni per la gestione delle risorse umane e per l’organizzazione del lavoro.

Il cambiamento temporaneo nei team: le conseguenze ai diversi livelli

Un cambiamento temporaneo e inatteso in un team (di seguito per brevità, CT) comporta numerose conseguenze molte delle quali impattano sul lavoro delle persone che permangono al loro posto, e sul loro efficace coordinamento.

Tra le conseguenze più importanti possiamo senz’altro annoverare le seguenti:

  • l’impatto negativo sulla memoria coordinata (transactive memory - Wegner, 1987; Argote, Aven and Kush, 2018) del team che, trovandosi scoperto in particolari ruoli e posizioni, fatica a procedere con la consueta fluidità;

  • l’incertezza derivante dalla variazione al contratto psicologico sussistente tra i componenti dello stesso team (Rousseau, 1995; Anderson and Schalk, 1998) quando qualcuno tra questi viene ad essere indisponibile e sostituito provvisoriamente con qualcun altro con cui non si abbia la stessa shared experience, cosa che, a cascata, viene ad influenzare anche la sicurezza psicologica di tutto il team (Edmondson and Lei, 2014);

  • e, infine, l’influenza critica sulla dedizione spontanea dei collaboratori (affective commitment - Solinger, van Olffen and Roe, 2008; Lavelle, Rupp and Brockner, 2007) e quindi la riluttanza dei componenti rimanenti ad intraprendere azioni opportune per l’organizzazione, quando queste non sono previste esplicitamente tra le mansioni da svolgere.

Di seguito vengono esaminati tali aspetti in dettaglio.

La prima conseguenza è di natura cognitiva e riguarda l’impatto del CT sulla memoria coordinata di un team (transactive memory), vale a dire, l’insieme di quelle procedure di assorbimento, codifica e utilizzo delle informazioni grazie al quale tutti i componenti di un team sanno chi sa cosa e agiscono di conseguenza.

Tale insieme si basa su un sistema di euristiche relazionali che collegano tra loro i componenti di un team e che, tuttavia, funzionano solo se sono presenti le persone accomunate dalla medesima shared experience e da una comune collective tacit knowledge.

L’esperienza e la conoscenza collettiva cumulate nel tempo, infatti, permettono al team di sviluppare una memoria coordinata collettiva che supporta lo stesso nello svolgimento fluido dei propri processi e delle proprie attività.

Tuttavia, in presenza di un CT, i componenti rimanenti vengo condizionati dall’assenza dei propri abituali teammate, cosa che finisce per influenzare negativamente la performance del team.

La seconda conseguenza riguarda l’area psicologico-emotiva e, in particolare, attiene all’impatto critico che il CT può esercitare sul contratto psicologico e sulla sicurezza psicologica (psychological contract / psychological safety) che vincolano e rassicurano i componenti di un team.

Tuttavia, i legami psicologici che creano tale contratto e che contribuiscono a dare sicurezza sono di natura esclusivamente personale e si basano su un’aspettativa di reciproca e mutua cooperazione tra i componenti effettivamente dispiegati nell’ambito di un’attività e/o di un progetto, mentre pare evidente che gli stessi elementi emotivi (ossia psychological contract / psychological safety) non possano sussistere tra persone non utilizzate assiduamente al livello team.

Gli elementi emotivi in questione, infatti, si vengono a creare attraverso l’operatività condivisa e il continuo impiego, attraverso cui si cementano i rapporti di mutuo e reciproco supporto psicologico a livello team.

Inoltre, l’incertezza psicologica derivante dal CT è probabile che finisca per influire negativamente sulla performance del team, poiché fa venire meno la psychological safety che è alla base dell’apprendimento efficace, oltre che essere riconosciuta anche quale elemento fondamentale del benessere organizzativo e quale fattore abilitante delle performance (performance enabler).

La terza conseguenza, infine, riguarda l’area comportamentale e interessa, in particolare, l’impatto esercitato dal CT sulla dedizione spontanea (affective commitment) dei componenti di un team, vale a dire di quella serie di comportamenti discrezionali improntati alla soluzione di problemi emergenti rispetto ai quali non era stato previsto un comportamento specifico.

Tale contingenza richiede pertanto un intervento discrezionale da parte del team che in genere si manifesta attraverso un’azione creativa e/o un atteggiamento di cittadinanza organizzativa.

Tuttavia, perché ciò accada, è necessario che tutti i componenti siano affiatati e soprattutto riconoscano la natura emergenziale dell’intervento e sappiano non solo cosa fare, ma anche cosa gli altri componenti faranno in reazione ad una propria iniziativa fuori dalle routine esistenti.

È evidente, tuttavia, che tale iniziativa si potrà svolgere efficacemente se nel team sono presenti le persone più frequentemente utilizzate, mentre l’assenza di qualcuna tra queste sortirà molto probabilmente due effetti, entrambi negativi: la non attivazione di una risposta per paura che altri nel team non la comprendano correttamente; oppure, una risposta non efficace perché non tutti avranno compreso come attivare comportamenti coordinati.

Implicazioni per la gestione delle Risorse Umane nei team

Alla luce delle criticità appena evidenziate, sembra opportuno soffermare l’attenzione sulle implicazioni di tali criticità per la gestione delle risorse umane nei team.

In particolare, considerando che il CT ha origine da cause diverse e non prevedibili, ciò che sembra utile è attivare delle practice in grado di gestire le conseguenze del CT e, laddove possibile, ridurne nella massima misura possibile gli effetti negativi.

Nello specifico, tali practice potrebbero riguardare:

  • l’ambito cognitivo, tramite lo sviluppo di procedure di osservazione e codifica delle conoscenze di tipo tacito/implicito a livello team (Nonaka, 1994), così da renderle accessibili e condivisibili internamente al gruppo.

    Tale procedura avrebbe una triplice benefica finalità osservabile già nel breve termine, ossia, rendere comprensibili le componenti tacite delle euristiche interpersonali a livello team, ottenere la replicabilità delle best practice all’interno del team e renderle circolabili a livello dell’intera organizzazione;

  • l’ambito affettivo/emotivo, attraverso l’attivazione di percorsi formativi specificamente dedicati al sense-making per la gestione di condizioni impreviste (Weick, 1993), al fine di allenare la gestione emotiva delle discontinuità organizzative e l’abitudine a interagire anche con nuovi e/o diversi teammate in condizioni emergenziali.

    Tale practice, prevista già da tantissimi anni dalle normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e rappresentata tipicamente dalle simulazioni di evacuazione di spazi ed edifici, potrebbe costituire un efficace training se sviluppata con riferimento ai processi organizzativi e lavorativi e permetterebbe di sviluppare la capacità delle persone a gestire il cambiamento temporaneo e imprevisto all’interno dei team;

  • l’ambito comportamentale, introducendo elementi di improvvisazione e sperimentazione ricorrente, così da rendere familiari alle persone le discontinuità organizzative ed evitare le competency traps e le inerzie cognitive.

    Nella letteratura organizzativa e di people management viene fatto frequentemente ricorso alla musica Jazz (Weick, 1998; Kamoche et al., 2003) quale metafora di un contesto organizzativo (Jazz band = team) tendenzialmente stabile e proiettato all’esecuzione di un repertorio abbastanza ripetitivo, nell’ambito del quale, tuttavia, i singoli possono ritagliarsi uno spazio di improvvisazione e sperimentazione riconosciuto e riconoscibile dagli altri componenti della band (il team) che, a loro volta, possono assecondare l’improvvisazione e supportarla.

    Una volta conclusa la parentesi dell’improvvisazione, la band (il team) riprende l’esecuzione del repertorio programmato, seguendo la scaletta prevista per il dato concerto.

    Consentire momenti di sperimentazione creativa potrebbe permettere al team di essere meno dipendente dalle euristiche interpersonali esistenti e di attivare circuiti di innovazione che, oltre a mitigare gli effetti negativi del CT, potrebbero contribuire alla gestione costruttiva degli imprevisti.

Conclusioni

Le conseguenze del cambiamento temporaneo e imprevisto nella composizione di un team sollevano questioni non banali dal punto di vista dell’organizzazione dei processi e della gestione del capitale umano, questioni che sono state rese ancora più complesse dai tre fenomeni globali e drammatici che hanno caratterizzato e stanno ancora caratterizzando l’inizio di questo decennio (pandemia, dimissioni di massa, guerra e shock energetico).

Al fine di ridurre gli impatti negativi di tale conseguenze su team e organizzazione del lavoro - che, si ricorda, sono rappresentati da una minore efficacia della memoria coordinata, da una minore dedizione spontanea e da una maggiore incertezza psicologica - in questa sede si suggerisce l’opportunità di attivare delle specifiche practice (cognitive, emotive e comportamentali), così da allenare le persone a vivere in modo non traumatico e meno emergenziale il cambiamento temporaneo a livello team.


Bibliografia

Anderson, N. and Schalk, R. (1998), The psychological contract in retrospect and prospect. Journal of Organizational Behavior, 19: 637-647 Argote, L., Aven, B. L., & Kush, J. (2018). The effects of communication networks and turnover on transactive memory and group performance. Organization Science, 29(2), 191-206

Edmondson, A.C., Lei, Z. (2014) Psychological Safety: The History, Renaissance, and Future of an Interpersonal Construct. Annual Review of Organizational Psychology and Organizational Behavior. 1:23-43

Ferriani, S., Cattani, G., Baden-Fuller, C. (2009).The Relational Antecedents of Project-Entrepreneurship: Network Centrality, Team Composition and Project Performance, Research Policy, 38 (10): 1545-1558

Huckman, R.S., Pisano, G. P.,(2006). The Firm Specificity of Individual Performance: Evidence from Cardiac Surgery. Management Science 52(4):473-488

Kamoche, K., Cunha, M. P., & Cunha, J. V. (2003). Towards a theory of organizational improvisation: Looking beyond the jazz metaphor. Journal of Management Studies, 40(8), pp. 2023-2051

Lavelle, J. J., Rupp, D. E., & Brockner, J. (2007). Taking a multifoci approach to the study of justice, social exchange, and citizenship behavior: The target similarity model. Journal of management, 33(6), 841-866

Nonaka, I. (1994). A Dynamic Theory of Organizational Knowledge Creation Organization Science, Vol. 5 (1), pp. 14-37

Rousseau, D. M. (1995). Psychological contracts in organizations: Understanding written and unwritten agreements. Sage Publications, Inc.

Solinger, O. N., Van Olffen, W., & Roe, R. A. (2008). Beyond the three-component model of organizational commitment. Journal of applied psychology, 93(1), 70

Torre, T. (2022). Tutti nuovamente a lavorare in presenza. O forse no? Qualche riflessione sullo smart working nel new normal. Personale e Lavoro, n.648, Ottobre: 8-12

Wegner, D. M. (1986). Transactive memory: a contemporary analysis of the group mind. In G. Mullen and G. Goethals (Eds.), Theories of Group Behavior (pp. 185-208.) New York: Springer-Verlag

Weick, K. E. (1993). The collapse of sensemaking in organizations: The Mann Gulch disaster. Administrative science quarterly, 628-652

Weick, K. E. 1998. Introductory essay - Improvisation as a mindset for organizational analysis. Organization science, 9(5), pp. 543-555


Note

  1. Gli autori riconoscono pienamente l’importanza della problematica di genere nella formulazione dei testi. Solo ed esclusivamente per semplicità di lettura, in questa sede, i riferimenti al plurale vengono declinati nel genere maschile, mentre i riferimenti ai pronomi indefiniti, agli aggettivi e ai pronomi dimostrativi e ad altri termini indefiniti sono declinati al maschile, ma sono da intendersi rivolti a tutti i possibili indirizzi di genere.
  2. US Bureau of Labor Statistics (https://www.bls.gov/opub/ted/2021/quits-rate-of-2-9-percent-in-august-2021-an-all-time-high.htm)
  3. INPS- Osservatorio sul Precariato (https://www.inps.it/news/osservatorio-sul-precariato-i-dati-di-maggio-2022) / Corriere della Sera - Economia - 17 ottobre 2022, p.15

Tratto da "Personale e Lavoro n° 650 - Dicembre 2022" - Uno dei servizi dell'Abbonamento ISPER

Elaborazione di Foto di Rheo e Ralf Kunze da Pixabay
Frecce: elaborazione su foto di Veronica Bosley da Pixabay