Area
Cultura delle Risorse Umane

Topic
Competenze

Franco Fontana

N° 109

16 marzo 2022

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La certificazione dei profili professionali dell’area Risorse Umane ai sensi della Legge 4:2013

Alcuni anni fa, esattamente a gennaio 2013, è stata pubblicata una legge che vuole regolamentare le Associazioni e i professionisti associati e non, che operano nell’ambito delle professioni libere ovvero tutte quelle professioni che non hanno una riserva di legge o non siano regolamentate.

Alcuni esempi, il medico è una professione riservata e per esercitare tale professione è necessario frequentare una università, fare l’esame di stato, oppure il responsabile della sicurezza RSPP che è una professione regolamentata ovvero la può fare chiunque, quasi con qualsiasi titolo di studio, ma è necessario frequentare e superare un corso riconosciuto dalle Regioni e dopo si può essere nominati come RSPP.

Ma il Direttore delle Risorse Umane?

Questa è una professione libera ovvero chiunque la può fare non c’è vincolo di titolo di studio, non c’è vincolo di un corso quindi è assolutamente libera.

Come questa, ve ne sono, censite nel 2005 dal CNEL altre 5800 (ovviamente sono decisamente aumentate) quindi come fa il mercato, in senso generale, a scegliere, ridurre il rischio o anche avere una codifica in termini di compiti, conoscenze e abilità proprie di una particolare professione? Come è possibile tutelare il mercato?

La legge 4 ha cercato di colmare questo vuoto e la Legge 4 definisce che le Associazioni di professioni libere non organizzate in albi e ruoli possono richiedere a UNI (Ente di Normazione Nazionale) di creare delle norme tecniche che definiscano il profilo professionale, i compiti a lui demandati e per ogni compito quali conoscenze e abilità deve avere lo specifico professionista.

La legge 4 non distingue da libero professionista o dipendente ovvero la forma contrattuale non è rilevante, ma vuole identificare in modo univoco la professione, il ruolo.

La norma UNI 11803 è stata pubblicata nel 2021 dopo una sperimentazione attraverso un altro documento pre-normativo di 4 anni.

La norma cerca di clusterizzare e codificare un “minimo comun denominatore” di alcuni profili, i più diffusi nell’ambito della funzione risorse umane.

Ecco quindi 14 profili professionali codificati: HR Director e HR Director International, Hr Manager, HR specialist/generalist, organization & development Manager, e Specialist, recruiting & selection manager e specialist, Training & development Manager e specialist, HR business partner, industrial relation specialist, personnel administration specialist, personnel administration & industrial relation manager.

Per ognuno di questi profili sono stati definiti i compiti, le conoscenze e le abilità e in appendice le modalità di esame.

L’esame di certificazione è parte importante della certificazione anche se bisogna sottolineare che la certificazione è uno strumento di conferma di una professionalità e non un sistema di accesso al mondo del lavoro.

Quindi si può certificare solo chi è già un professionista e quindi chi ricopre già quel ruolo.

Questo elemento è molto importante perché parte dell’esame è proprio centrato sulla verifica del curriculum e di quanto dichiarato quindi per ogni profilo professionale è necessario dimostrare il titolo di studio richiesto, la formazione e l’aggiornamento a cui ci si è sottoposti e gli anni di esperienza nel ruolo specifico; la norma richiede anche di dimostrare di avere sperimentato su di se un test psicoattitudinale afferente le abilità o le competenze trasversali, attenzione questo test non lo può effettuare l’ente di certificazione, quindi deve essere condotto in modo autonomo dal candidato.

Coloro che risultano in possesso di tali requisiti possono accedere all’esame di certificazione che è tendenzialmente basato su un esame scritto con domande a risposta multipla di cui una sola veritiera.

Dopo di che se supera l'esame scritto con almeno il 70% delle risposte corrette, accede alla prova orale ove viene analizzato il curriculum vitae e approfondita qualche competenza manageriale.

L’esame può essere condotto da un ente di certificazione accreditato.

La certificazione è volontaria ma ha implicazioni molto interessanti ed intriganti e vediamo quindi, in sintesi quali sono le opportunità e i vantaggi legati alla certificazione.

A mio avviso, il primo elemento è l’Ego ovvero l’incremento del principio di autostima, trattandosi di professione libera chiunque può dichiarare di essere nel ruolo, di essere bravo, di scrivere qualsiasi cosa su Linkedin o sul Curriculum; la certificazione è una dichiarazione di terza parte, quindi non autoreferenziale; fornisce una garanzia al mercato.

Il proprio certificato compare sul registro pubblico di Accredia, chiunque può verificarne la veridicità.

Inoltre, certificandosi si è pienamente conformi alla legge 4:2013 fornendo anche un valido supporto ad eventuali implicazioni in ambito D.lgs 231 rispetto al “culpa in eligendo”.

Ovviamente, nei modelli organizzativi complessi, la certificazione è un elemento distintivo per l’organizzazione stessa e tutela il datore di lavoro, l’azienda, il professionista e il mercato in generale.

Una volta certificati, vi è un obbligo di mantenimento annuale e di rinnovo triennale e gli elementi a supporto sono il dimostrare il continuo esercizio della professione, l’aggiornamento continuo e l’assenza di reclami o corretta gestione degli stessi.

La certificazione professionale è quindi, per l’area Risorse Umane, sia uno strumento a proprio uso rispetto i profili identificati, sia per selezionare in vari ambiti settoriali dell’organizzazione stessa; ad oggi siamo ormai a più di 200 profili professionali che possono essere certificati su base norma, CFO, Credit Manager, Tesorieri, DPO, Security Manager, Project Manager e tantissimi ancora.


Articolo scritto per "ISPER HR Review" - n° 109 Marzo 2022 - da Franco Fontana

Foto: elaborazione su foto di Reto Scheiwiller da Pixabay
Frecce: elaborazione su foto di Veronica Bosley da Pixabay