Area
Cultura delle Risorse Umane

Topic
Psicologia del Lavoro

Andrea Castiello d’Antonio

N° 53

2 marzo 2021

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Mindfulness e vita quotidiana

Christine Dunkley, Maggie Stanton

Mindfulness e vita quotidiana

Giunti O.S. Psychometrics, 2018, Pp. XXI+134, Euro 15,00

L’interesse che suscita questo libro è duplice: da un lato esso è scritto da due donne, dando così implicitamente una visione femminile di un argomento, la mindfulness, che da anni sta attirando l’attenzione da parte di studiosi collocati in diversi contesti e ambienti professionali.

Dall’altro il testo è fortemente orientato all’applicazione pratica e – come dice il titolo – all’impegno di inserire la mindfulness nella vita di tutti i giorni.

Rispetto ad altri saggi che trattano lo stesso tema questo libro si pone al lettore, giustamente, come un testo agile e di poche pagine, chiaro e ben organizzato, quindi come una guida operativa che può facilmente essere consultata anche nelle situazioni febbrili e nei tempi limitati che la vita, oggi, spesso impone.

Dunque: visione femminile, psicologica – le due autrici sono entrambe psicologhe, con una lunga esperienza professionale maturata nell’ambito del servizio sociosanitario britannico, il National Health Service – tradotta in termini pratici e resa in forma sintetica e di facile comprensione; molti vantaggi soprattutto per i lettori indaffarati come in genere sono i professionisti e i manager d’azienda (ma non soltanto loro!).

Il libro è strutturato in otto capitoli oltre alle introduzioni e ad alcuni brevi commenti conclusivi.

Il taglio pratico del testo si può apprezzare nei numerosi esempi che sono illustrati, negli esercizi da poter fare, e da considerazioni come quelle inerenti i cosiddetti stati della mente che sono declinati nella modalità del fare e dell’essere.

Si tratta di disposizioni che influenzano il modo di sentirsi e il comportamento, e che sono di facile comprensione: la modalità del fare è tipicamente legata alle attività di problem solving e di orientamento ai risultati, mentre la modalità dell’essere è centrata sul vivere il momento presente, riconoscendo le sensazioni e le emozioni nel contesto di un contatto costante sia con il mondo interno, sia con quello esterno.

In tale direzione è sottolineato che quando ci si vuole impegnare negli esercizi di mindfulness non si dovrebbe nutrire l’idea che ci si debba impegnare, che le cose debbano funzionare. Con le parole delle autrici: “stiamo cercando di sganciarci dalle aspettative, o dall’anticipazione, e di concentrarci sul vivere il momento presente così com’è” (p. 23-24).

Ecco emergere l’importanza dell’esercitazione, dell’allenamento, dato che una tale disposizione soggettiva non viene per nulla naturale all’indaffarato essere umano occidentale!

Non a caso lavorare sulla respirazione (che potrebbe sembrare qualcosa di molto semplice da fare, dato che tutti respiriamo, sempre) rappresenta “un ottimo modo per cominciare, poiché è impossibile fare un respiro passato o futuro” (p. 50).

Vorrei sottolineare che a differenza di quanto molti possono pensare, per praticare la mindfulness non vi è alcuna necessità di organizzare situazioni speciali come, ad esempio, partecipare ad un “ritiro” di diversi giorni in sedi fantasiose, oppure ritagliarsi tempi particolarmente lunghi in condizioni di totale calma.

La mindfulness, come la maggior parte delle pratiche di meditazione orientale, possono essere concretizzate in ogni momento di vita; non a caso, leggendo i libri dei maestri orientali, si trovano numerosissimi esempi di pratica nel contesto di situazioni quotidiane, dal lavare i piatti al fare giardinaggio.

Per non dire di coloro che hanno resocontato di esperienze semplici ma efficacissime per l’igiene mentale come il camminare in assetto consapevole.

Dunque, se portiamo questo discorso nel mondo del lavoro, il manager e il professional possono praticare (nel senso di fare pratica) in diversi momenti della giornata e, con un po’ di allenamento, si riuscirà a farlo anche in contesti non stabili: ad esempio in viaggio, seduti in una carrozza di un treno affollato in cui altre persone parlano o telefonano.

Si tratta, pertanto, di sperimentare e sperimentarsi.

Le autrici citano spesso Marsha M. Linehan, una nota psicologa e autrice americana, docente di psicologia e scienze del comportamento all’Università di Washington e ideatrice della DBT, la terapia dialettico-comportamentale, esponendo così implicitamente il loro orientamento teorico.

Ad integrazione di questo testo si può consultare il management pocket Mindfulness sul lavoro, di Margaret Chapman (Giunti Psychometrics, 2019).

Recensione a cura di Andrea Castiello d'Antonio

Tratto da "Panorama Risorse Umane" - Documentazione e notizie su Sviluppo e Gestione delle Persone - Uno dei servizi dell'Abbonamento ISPER