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Cultura delle Risorse Umane

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Franco Ferrero

N° 26

8 luglio 2020

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Due P oltre l’Era Digitale

L’“Uomo misura di tutte le cose” è un concetto antico, filosofico, al quale il Rinascimento Lungo1 ha dato una dimensione storico-politica. L’anno 1492 lo ha “globalizzato”; il duemila lo ha fatto Homo Deus2 e lo ha elevato a dignità geologica3.

Dodicimila Anni. E Cinquecento. E trecento. E Oltre?…

Il ritrovamento di residui umani fortemente invasivi e irreversibili, come polveri di carbone risalenti all’800 sepolte nei ghiacci del Polo Nord, o elementi radioattivi nell’atmosfera, o frammenti di plastica incorporati nelle rocce alle Hawaii, ha indotto gli organismi internazionali di geologia a ipotizzare l’avvento di una nuova era, l’Antropocene, termine che ebbe la sua formalizzazione nel 2000 con la pubblicazione di Benvenuti nell’Antropocene del Nobel Paul Crutzen (ed. it. 2005).

La possibile data d’inizio oscillerebbe fra la scoperta dell’America (con la globalizzazione massiccia di molte specie viventi), la prima rivoluzione industriale (quando ha avuto inizio il riscaldamento globale) o la metà del ‘900 (con l’avvento del nucleare).

A conferma dell’assoluta preponderanza dell’uomo, il livello di anidride carbonica nell’atmosfera, misurato nella primavera 2016, è il più alto degli ultimi 66 milioni di anni, da quando si sono estinti i dinosauri.

L’era precedente, l’Olocene, che dall’ultima glaciazione ha garantito un clima stabile e favorevole all’uomo, è durata circa 12 mila anni.

L’Antropocene 500 al massimo, finora.

Ora, da qualche tempo, un complesso di saperi, tecnologie, sistemi, processi, strumenti ed anche valori nuovi sta dilagando su scala planetaria, mutando i caratteri e i destini del mondo e spingendolo “oltre”, in una vera e propria rivoluzione.

Verso quello che viene da molti identificato come il Digitalocene.

È il racconto tratto (con qualche variazione) dal Documento ISPER n° 4204 sull’origine dell’Antropocene (con i suoi sviluppi), epoca in cui l’uomo ha modificato (poco) sé stesso e molto il mondo.

“Cosa possiamo dire dell’enorme allungamento dell’aspettativa di vita, della riduzione della povertà, dell’estensione dell’istruzione a tutti e del miglioramento complessivo della vita degli esseri umani, dovuto soprattutto alla diffusa disponibilità di energia elettrica?

La maggior parte di noi dà per scontata la tecnologia informatica, i viaggi aerei e le meraviglie della medicina moderna”.

Una sintesi sbrigativa, ma incontestabile. L’autore, l’ultracentenario teorizzatore di Gaia, il “pianeta vivente”, considera l’Antropocene “l’età più importante nella lunga storia del nostro vecchio pianeta5” .

Lo fa nascere nel 1712 con l’invenzione della pompa a vapore (la “macchina incredibile che solleva l’acqua col fuoco”) anno che “non è soltanto il punto di partenza della Rivoluzione Industriale ma anche l’inizio dell’Antropocene, ovvero l’età del fuoco in cui gli esseri umani hanno acquisito la possibilità di trasformare il mondo fisico su vasta scala”.

L’Antropocene sarebbe la seconda fase del processo di conversione dell’energia solare.

La prima fase, quella della Fotosintesi, converte la luce in energia chimica; la terza la tramuterà in informazione6.

É il Novacene. Già da tempo all’opera: computer, supercomputer, robot, cobot… Infine i cyborg, umanoidi che apprendono ed interagiscono e potrebbero (potranno?...) diventare un milione di volte più veloci degli umani7.

Con sviluppi inimmaginabili.

I principali abitanti del Novacene saranno esseri umani e cyborg, le due specie intelligenti in grado di agire in modo deliberato. I cyborg potranno essere amichevoli, oppure ostili, ma considerando l’età e lo stato attuale della Terra, non potranno fare altro che collaborare. Il mondo del futuro sarà influenzato dalla necessità di garantire la sopravvivenza di Gaia, non dai bisogni egoistici degli esseri umani o di altre specie intelligenti8”.

Cene e Misfatti

Antropodigitalocapitaloinfonavacene… Sono tutti modelli parageologici centrati sull’uomo e dintorni: documentati, suggestivi, anche inquietanti.

Ma hanno un difetto: pensano soprattutto al Mondo come sarà e poco al Mondo come è, come è stato fatto diventare: pieno di meraviglie umane, ma anche di misfatti umani che stanno provocando mutazioni e fragilità planetarie potenzialmente letali.

Soprattutto per “un pianeta anziano che orbita intorno ad una stella di mezza età” (Lovelock).

Sempre più fragile di fronte a eventi catastrofici9 dai quali si è ripresa in passato, ma oggi…

In effetti oggi il vero grande pericolo è il Riscaldamento Globale: la temperatura media attuale della terra è di 15°c. ma dal 1970 è aumentata di 0,17°c. ogni decennio, cioè più che in tutto il secolo; entro il 2070 potrebbe crescere anche di 3°c. I 15°c. sono la temperatura massima della vita nel mare, vita che oltre i 47°c. scompare del tutto.

Improbabile?

Nel gennaio 2019 in Australia si sono superati i 40°c. per 5 giorni consecutivi…

Il Riscaldamento Globale è un fenomeno al quale l’uomo contribuisce attivamente in vari modi; soprattutto con i combustibili fossili (quasi 1,5 miliardi di autoveicoli in circolazione) e la deforestazione (25 milioni di ettari persi in 10 anni) che sono le due principali cause dei gas serra.

Altri misfatti sono soprattutto umani: guidati da obiettivi anche ragionevoli, con esiti anche positivi, ma con conseguenze allarmanti:

  • esplosione demografica: dal 1970 l’aspettativa media di vita è passata da 59 a 72 anni; la popolazione è raddoppiata (7,6 miliardi) mentre le persone in estrema povertà sono dimezzate. Ma occupando i ¾ della terre libere da ghiacci e con l’inquinamento, l’urbanizzazione selvaggia (il 50% della popolazione mondiale, il 90% di quella dei paesi più sviluppati), gli incendi (11 milioni di ettari persi nel 2019). Soprattutto con la distruzione della biodiversità: dal 1970 mammiferi, uccelli, pesci, rettili, anfibi sono complessivamente diminuiti del 60% ed oggi il 25% dei mammiferi è a rischio di estinzione10;
  • produzione alimentare: ha superato l’aumento demografico: dal 1961 le calorie giornaliere pro capite disponibili sono passate da 2253 a 2853. Ma con più fertilizzanti (inquinamento) e più irrigazioni (meno acqua);
  • accesso all’acqua: dal 1990 al 2019 la sua disponibilità è passata dall’80,6% all’89,8% della popolazione; ma dal 2050 il 40% della popolazione avrà difficoltà a reperire riserve idriche sufficienti.

Ed un’altra conseguenza è ancora più allarmante: nel 2015 un documento della Lancet Commission on Planetary Healt ricordava che “le infezioni (Nipah, Ebola, Marburg…) sono associate alla perdita di foreste primarie a seguito di disboscamenti, estrazioni di minerali, petrolio e gas. E circa il 50% delle malattie di origine zoonotica dal 1940 al 2005 sono conseguenza di attività ad alto impatto che riducono la biodiversità”.

Un Cigno Nero?

Ed eccoci alla prima P: la Pandemia da Covid 19…

Un accadimento impensabile, impossibile, inspiegabile?

Un Cigno Nero?11

Così inatteso e demoniaco da scatenare la confraternita dei complottisti: è stata la Cina, scientemente; è stato un errore (voluto?) di qualche suo tenebroso laboratorio; è una strategia di marketing delle lobbies farmaceutiche; è stato un esperimento finanziato da Bill Gates

In realtà l’evento era prevedibile ed è stato debitamente previsto: tra gli altri, da David Quammen12.

Si è propagato tanto velocemente e ferocemente per una serie di cause concomitanti: gli strappi alla biosfera, la globalizzazione e, non ultima, l’impreparazione generale13.

Ci eravamo illusi di esserci emancipati dalle dinamiche eco-sistemiche, di essere superiori e indipendenti dalla natura, che invece ci presenta un conto salato, che verrà pagato duramente dalle generazioni future. (…) Così come è vissuta miliardi di anni prima della nostra recentissima comparsa, può proseguire senza di noi14.

Ora è un susseguirsi di diagnosi e terapie ad ampio spettro che coinvolgono le discipline medico-scientifiche ma anche le socio-economiche, le informatiche, le filosofiche…

Ad e-semplificare la complessità del tutto, poche citazioni, glocali come la portata dei problemi.

I “pandemici”:

  • il biologo-antropologo Jared Diamonds avverte che “le malattie emergenti, il Covid 19, ma anche Sars, Ebola, Aids non hanno origine spontanea nell’uomo, ma arrivano da altri mammiferi”. Si rallegra che la Cina abbia proibito il commercio e chiuso i mercati di animali selvatici per uso alimentare, ma si rammarica che non abbia fatto altrettanto per il commercio (enorme) di animali vivi (es. i pangolini) da usare in medicina;
  • Quammen conferma l’origine animale dei contagi e segnala che dovremo aspettarci altre pandemie e prepararci fin d’ora: “questo virus probabilmente rimarrà sempre con noi. Ma con un po’ di fortuna troveremo un vaccino e questo ci aiuterà molto a controllarlo”.

Ed i “planetari”:

  • il Nobel Joseph Stiglitz sottolinea “la necessità di azioni collettive e l’importanza della scienza e dei fondi pubblici per finanziarli”. Ricorda “le conseguenze disastrose delle disuguaglianze e della negazione dell’accesso all’assistenza sanitaria come diritto fondamentale”; ed esorta a “smettere di pagare sussidi alle energie fossili”;
  • al riguardo, Jeremy Rifkin considera significativo che i Fondi Pensione abbiano “distolto miliardi di investimenti dal settore dei combustibili fossili e industrie collegate per collocarli nella green economy”; sulla Pandemia raccomanda “uno screening globale e, nel rispetto della privacy, la messa a disposizione dei dati alle autorità internazionali”;
  • sulla latitanza di quelle europee, “le sole che, unite, possono salvarci”, si sofferma Jurgen Habermas: “per l’Europa è l’ultima chance per salvarsi l’anima”.

Infine, l’esortazione davvero erga omnes è di Nassim Taleb a “non fare i tacchini15

Cosi, fra modesti bestiari (cigni, tacchini, pipistrelli, pangolini, le civette dell’Ebola, le greggi per l’Immunità…) ed auliche visioni, vengono a galla tutte o quasi le questioni in gioco.

Tranne quella di fondo: l’uomo e la sua traballante ineluttabilità.

Homo Faber

L’uomo.

Da millenni a difendersi, sopravvivere, scalare come Sisifo la Montagna dei Bisogni…

Da sempre in lotta contro la natura “matrigna”.

E, dopo averla vinta, ad intitolare a sé stesso16 il tempo del proprio dominio.

“Homo Sapiens Sapiens”? Faber semmai: un impasto di fragilità e hybris, di creatività e tacchinità.

Fatto per fare, agire, trasformare, rincorrere bisogni.

Anche ora, nella Pandemia, lo stesso cammino: dalla sopravvivenza alla sicurezza (l’isolamento, le porte chiuse) con la nostalgia della vicinanza e delle rassicurazioni (le cantate dai balconi).

Poi, appena possibile, la socialità (movide…).

E dopo?

Come agiranno i bisogni dell’io?

Ognuno per sé o consapevolezza che l’emergenza ci incalzerà a lungo?

Si salvi chi può, o prevarrà la Sindrome della Zattera e della indispensabilità degli altri?

Il bivio è epocale.

Resta, ingigantita dalla Pandemia, l’ineluttabilità dell’uomo: finché resterà, rimarrà il Focus di tutto.

Il Faber, con le sue contraddizioni e l’ineliminabile spinta a fare, operare. Modernamente, a lavorare.

Il Lavoro; i Lavori

Che l’Era Digitale e la Pandemia stanno riprogettando, trasformandoli o creandone.

O eliminandone17.

Entrambe stanno producendo uno strapiombo abissale, al bordo del quale, nascoste dal pudore dei numeri e delle formule, si aggirano Persone.

Il loro cammino obbligato verso il lavoro prima, e la dignità nel lavoro poi, è stato chiuso (il vero terribile lockdown) e, forse, invertito.

Forzalavoro, Manodopera, Maestranza, Organico, Personale, Risorsa, Capitale… E adesso?

Chi ha seguito, esplorato, facilitato, raccontato questo cammino non può avere dubbi.

Il suo Lavoro resta lo stesso: cercare, trovare, “costruire” Persone. La seconda P.

Senza sprecare i giorni difficili che abbiamo vissuto18.

Note

  1. Fernand Braudel, Écrits sur l’Histoire, 1969 (tr. it. 1963). Il Rinascimento Lungo andrebbe dal 1000 al 1700.
  2. Yuval Noah Harari, Homo Deus. Breve Storia del Futuro, 2015 (tr. it. 2017).
  3. Non ancora; per la formalizzazione come Era mancherebbero, secondo i geologi, i presupposti stratigrafici.
  4. Franco Ferrero, Risorse Umane per l’era Digitale, nov. 2018; il presente contributo ne è una sorta di aggiornamento dopo gli ultimi eventi.
  5. James Lovelock, Novacene. The Changing Age of Hyperintelligence, 2019 (tr. it. 2020). Gaia, la dea greca della Terra sarebbe un organismo vivente complesso ed integrato capace di adattarsi e autoregolarsi per sopravvivere. La teoria è del 1979. Lo storico inglese Jason W. Moore oppone all’Antropocene (un modello secondo lui troppo universalistico e generico) il Capitalocene: il denaro sarebbe il padrone della nuova era, nata nel XVI con lo sviluppo delle città, dei commerci, delle banche. In Antropocene o Capitalocene? Scenari di Economia-Mondo nell’Era delle Crisi Planetarie, 2017 (tr. it. 2020).
  6. Anche l’Infosfera è un modello centrato sull’informazione. Secondo Luciano Floridi (in Infosfera, 2009) viviamo “in una nuova nicchia ecologica nella quale non siamo più circondati da piante e animali, ma anche da tecnologie dell’informazione”.
  7. La velocità massima di un segnale lungo un conduttore elettrico (un filo di rame) è di 35 cm. al nanosec.; quella lungo un nervo è di 35 cm. al millisec. (equivalente a 1 milione di nanosec.)…
  8. Lovelock, ibid., pag. 99.
  9. Ad esempio la caduta di un asteroide 66 milioni di anni fa’ che avrebbe fatto estinguere i dinosauri. E che, secondo gli scienziati che studiano i crateri lunari, sarebbe tre volte più probabile di allora.
  10. Nel 2014 un gruppo di ricerca della Duke University indicava un tasso di estinzione mille volte superiore a quello antecedente alla comparsa dell’uomo e stimava per il futuro tassi fino a diecimila volte superiori. Alla fine del 2017, 13.364 scienziati hanno firmato la dichiarazione World Scientists’ Warning to Humanity contro l’estinzione di massa.
  11. Nassim Nicholas Taleb, Il Cigno Nero, 2007. I Cigni neri sono eventi ritenuti impossibili, finché non accadono realmente.
  12. David Quammen, Spillover, 2012 (tr. it. 2014).
  13. Lo documenta uno Studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2018-2019.
  14. Telmo Pievani, Imperfezione, 2019 e La Terra Dopo di Noi, 2019.
  15. Il tacchino all’ingrasso pensa che chi lo nutre sia il suo benefico servitore, fino al Thanksgiving Day…
  16. “Siamo gente che è riuscita a convertire il creato nel proprio parco dei divertimenti grazie ad una delle operazioni più violente e ciniche che si potessero immaginare, non solo, ne siamo anche consapevoli: abbiamo dato un nome al bottino di una simile razzia, antropocene…” (Alessandro Baricco).
  17. La Pandemia potrebbe produrre 25 milioni di disoccupati ed accrescere esponenzialmente il gender gap (dati ILO).
  18. L’ammonimento viene da Papa Francesco. Che pare stia pensando di costituire la Direzione del Personale Vaticano…

Tratto da "Personale e Lavoro n° 623 - Giugno 2020" - Uno dei servizi dell'Abbonamento ISPER