
PAROLE CHE RISPETTANO, PAROLE CHE ESCLUDONO
Come usare consapevolmente linguaggio inclusivo e comunicazione non violenta in azienda
Il linguaggio è solo uno dei tanti sistemi di comunicazione che l’essere umano ha a disposizione: è possibile comunicare anche attraverso codici non-linguistici, tra cui risultano decisivi i segnali del comportamento non verbale.
Ma vi è anche una funzione metacomunicativa che riguarda l’aspetto relazionale della comunicazione.
Il linguaggio infatti veicola anche la rappresentazione del nostro sistema valoriale ed emozionale e racconta inequivocabilmente la nostra visione della vita.
M.B. Rosenberg, nell’omonimo testo di introduzione alla comunicazione non violenta, dice che le parole “possono essere finestre oppure muri”, perché ci possono aiutare ad entrare in relazione con noi stessi e con gli altri.
Secondo Rosenberg, per imparare a ristrutturare il modo in cui ci esprimiamo o ascoltiamo gli altri dobbiamo prendere consapevolezza delle parole che usiamo per fare le nostre richieste e riconoscere i bisogni degli altri.
Il linguaggio che usiamo, però, è in continuo cambiamento: si diversifica nello spazio geografico, si specializza in sottocodici, si modula in registri e, soprattutto, continua a nutrirsi della realtà cui afferisce.
Se pensiamo al linguaggio inclusivo, per esempio, la prima cosa che ci viene in mente è adottare un modo di comunicare che tenga conto delle diverse identità, esperienze e prospettive delle persone, cercando di evitare discriminazioni o esclusioni basate su caratteristiche come il genere, l'etnia, la religione, l'orientamento sessuale, l'età, la disabilità e altre caratteristiche personali.
Ma siamo sicuri che questo sforzo sia sufficiente?
L'uso di un linguaggio inclusivo costituisce, soprattutto, uno strumento evolutivo, che può aiutarci a creare un ambiente professionale rispettoso e accogliente, dove la persona si senta accettata nella sua unicità, purché, però, siamo disponibili ad allenarci con una pratica adeguata, costante e consapevole.
La metodologia didattica è laboratoriale con uso di test ed esercitazioni che favoriscano l’interazione in aula.
DURATA
Workshop 7 ore on line o in presenza divisibili in due mezze giornate
DESTINATARI
Manager di entrambi i generi di linea o di staff
OBIETTIVI
- Prendere consapevolezza del valore simbolico del messaggio
- Lavorare su comunicazione efficace e consapevolezza emotiva
- Liberarsi da modelli di comunicazione violenta e giudicante
- Imparare a ristrutturare il linguaggio per chiedere e dare
- Riflettere sul sessismo linguistico e individuare strumenti per superarlo
ARGOMENTI
- Quanto contano le competenze linguistiche
- Le quattro variabili della Comunicazione Non Violenta (che cosa osserviamo, che cosa sentiamo, di che cosa abbiamo bisogno e che cosa chiediamo)
- Esercizi pratici di Comunicazione Non Violenta
- Codici comunicativi aziendali (paterno, materno e neutro) e linguaggio inclusivo
- Linguaggio e genere: una questione aperta
- Linguaggio verbale e iconografico gender sensitive


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